Civita Cinema, a Bagnoregio dal 19 al 24 giugno, trasforma per una settimana il piccolo borgo della Tuscia nel set di un festival innovativo – promosso dal Comune di Bagnoregio e diretto da Vaniel Maestosi e Glauco Almonte – che mette in vetrina la capacità del cinema di unire insieme ogni tipo di arte: fotografia, immagine, regia, recitazione, doppiaggio, montaggio, sceneggiatura e scenografia. Un meeting di addetti ai lavori e appassionati dove sono in programma incontri, proiezioni, eventi speciali, presentazioni, anteprime, incontri con le star, come Giuseppe Tornatore (che a Civita ha girato una scena del film “L’uomo delle stelle”), Alessandro Genovesi o gli attori Edoardo Leo, Nicolas Vaporidis e tanti altri. L’evento è uno dei momenti di massima valorizzazione del territorio di Bagnoregio, una delle più significative realtà turistiche del Centro Italia.
A partire da questa edizione 2018 Civita Cinema è anche Arte Contemporanea, il 23 e il 24 giugno a Palazzo Alemanni alle ore 11.00, con una sezione a cura di Davide Sarchioni e Isaco Praxolu, organizzata in collaborazione con TerraMedia e La DI Art e dedicata a due importanti artisti della scena italiana e internazionale, Mustafa Sabbagh e Cosimo Terlizzi, che sono stati invitati a parlare degli aspetti della loro ricerca legati all’utilizzo del video, presentando un loro lavoro appositamente selezionato.
Mustafa Sabbagh, nato ad Amman (JOR) nel 1961, vive in Italia. Sabbagh concentra la sua ricerca nell’arte contemporanea per mezzo della fotografia e della video-arte, attraverso una sorta di contro-canone estetico dove il punctum è la pelle – diario dell’unicità individuale. Armonia dell’imperfezione, indagine psicologica e studio antropologico attraverso la costruzione dell’immagine, sono gli stilemi che egli trasferisce con disinvoltura dalle pagine patinate, agli spazi dei musei e delle gallerie più famosi del mondo.
Le sue opere sono presenti in numerose pubblicazioni accreditate internazionalmente (tra cui Faces – the 70 most beautiful photography portraits of all time, a cura di Peter Weiermair), in monografie sold-out (tra cui About Skin, ed. Damiani, acquisita all’interno della biblioteca di libri d’arte della Tate Gallery, Londra), e in molteplici collezioni permanenti, in Italia e all’estero – inclusa la storica Collezione Arte Farnesina, e l’acquisizione di un suo intero progetto nella collezione permanente di arte contemporanea del MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma).
Ad oggi Mustafa Sabbagh è stato riconosciuto, da uno storico dell’arte e della fotografia quale Peter Weiermair, come uno dei 100 fotografi più influenti al mondo, ed uno dei 40 ritrattisti di nudo – unico italiano – tra i più rilevanti su scala internazionale.
Sabbagh partecipa a Cinema Civita sabato 23 con “anthro-pop-gonia”, un lavoro del 2015 in cui “le memorie di identità culturali smottano, si ibridano: nei video di Anthro-pop-gonia alcune figure del Mito – Leda, Ares, il Minotauro – si metamorfizzano in abiti e fisionomie contemporanei (è il filo conduttore di un artista quale Matthew Barney), spostando sul versante del perturbante un’impeccabile eleganza glam” (La Repubblica, 2016, recensione a cura di Sergio Troisi).
Cosimo Terlizzi, (1973, Bitonto) è un artista italiano con sede in Svizzera. Dalla metà degli anni ’90 sviluppa le sue opere attraverso l’uso di diversi media, dalla fotografia alla performance e al video d’arte. Ha anche realizzato cortometraggi e documentari che sono stati presentati in molti festival internazionali. L’essere umano in relazione con il suo ambiente e la ricerca dell’identità rimangono il suo principale soggetto di indagine.
“Murgia three episodes”, è stato uno dei più premiati film documentari indipendenti in Italia. Tre focus sono stati recentemente dedicati al suo lavoro, nel 2011 al Festival Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, nel 2012 a Careof a Milano e nel 2013 ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Terlizzi partecipa a Civita Cinema domenica 24 con “S.N. Via senza nome casa senza numero”, un film a episodi del 2008 “che vede Cosimo Terlizzi impegnato ogni anno a raccontare in riprese di pochi minuti, i cambiamenti della sua Bitonto e dei parenti che lì vivono, crescono ed invecchiano, contestualizzati in un paesaggio che ha ceduto il passo all’assenza di identità: quello dei campi brulli e dell’asfalto che ha rubato lo spazio alla terra. Il vissuto dell’artista è rappresentato attraverso il filtro della vita altrui”. (cit. Luca Cordoni)